Bere latte: poco naturale e poco salutare

Lo scopo della somministrazione del latte è di fornire sostanze nutritive estremamente energetiche e che generino un rapido accrescimento nel neonato ed è specificatamente prodotto per soddisfare le esigenze dei piccoli di ogni singola specie.

E’ un alimento molto specifico: il latte materno è il primo nutrimento naturale, perfetto e indispensabile per i bambini appena nati. Ma una volta messi i denti, i bambini possono essere svezzati e non ne hanno più bisogno.
Per gli adulti il latte diventa un alimento superfluo e anche dannoso.

Quando oggi si parla di latte, ci si riferisce comunemente al latte di altre specie, naturalmente composto per costruire cellule, tessuti e organi di alcuni animali. Per questo i neonati e i bambini non dovrebbero mai essere nutriti con il latte vaccino.

L’uso del latte vaccino è piuttosto recente: in passato non è mai stato usato per i bambini; la prima volta che ciò avvenne risale al 1793, con la conseguenza che, da allora, le dimensioni del corpo umano sono aumentate anche a causa del suo eccessivo consumo.

Secondo il Dott. K. Morishita (Hidden Truth of Cancer) il latte vaccino e il latte umano sono estremamente differenti, essendo il primo prodotto per la crescita di un vitello (che in soli 2 anni raggiunge 900 kg di peso) e il secondo per quella di un essere umano, che hanno strutture ed esigenze opposte. Per cui, dare il latte vaccino ad un bambino è una deviazione dell’ordine naturale .

Il latte materno contiene diverse vitamine, come quelle del gruppo B e C, ed enzimi importanti per l’uomo. Un buon latte materno rende il lattante immune a molte malattie infantili e infettive, perché fornice le difese immunitarie essenziali come gli anticorpi (presenti in un numero due volte superiore di quelli del latte vaccino), che aumentano la difesa contro microbi e batteri. Favorisce lo sviluppo della flora batterica intestinale, che costituirà la riserva necessaria di difese immunitarie per tutta la vita.

Il latte, che oggi in Occidente è un alimento quotidiano, era bevuto dai più solo in rare occasioni, in quanto non poteva essere conservato e diventava facilmente fonte di infezioni. E’ stato solo alcuni decenni dopo la scoperta della pastorizzazione, in pratica dopo la prima guerra mondiale, che questo alimento ha cominciato ad essere consumato tutti i giorni, anche se molti popoli, ancora oggi, non utilizzano più il latte dopo lo svezzamento.

Dobbiamo considerare che l’uomo è l’unico mammifero che continua a bere il latte anche da adulto. Tutti gli altri mammiferi, infatti, bevono il latte della propria specie e terminato lo svezzamento non ne bevono più. Il nostro organismo ci fornisce un segnale inverso, tant’è che la maggior parte delle persone, durante la crescita, smette di produrre l’enzima lattasi, responsabile della digestione del lattosio (lo zucchero del latte).

Latte materno e latte vaccino hanno anche un diverso effetto sotto il profilo dell’equilibrio acido-basico del sangue: il latte materno ha un effetto alcalino, mentre quello vaccino (molto ricco di proteine animali) è acidificante.

E’ comunque vero che il latte fornisce calcio. E’ per questo che alcuni medici suggeriscono i latticini per prevenire l’osteoporosi in menopausa. Ma, ponetevi questa domanda: avete mai conosciuto qualche persona anziana affetta da osteoporosi che sia guarita bevendo calcio?

I medici oggi sono ricchissimi di conoscenze biologiche e farmacologiche, ma paradossalmente sembrano sapere sempre meno di nutrizione e hanno non poche responsabilità nell’impoverimento della nostra alimentazione “ricca”. Molte convinzioni su cui i medici basano le loro prescrizioni dietetiche preventive non sono che pregiudizi, derivanti da una lettura superficiale della composizione chimica degli alimenti, e da una visione troppo semplicistica dell’infinita complessità della natura e dell’organismo umano.

Il latte vaccino, pur fornendo calcio, come dicevamo, contiene delle proteine animali che abbassano il Ph naturale del nostro organismo, in generale, e del nostro sangue in particolare. L’alcalinità all'interno dell'organismo deve essere ripristinata. Quindi, più acido è il sangue, più il calcio che è arrivato alle ossa viene richiamato per fare da regolatore di pH.

Conslusione: il latte piuttosto che portare calcio, lo sottrae al nostro organismo: introduciamo molto calcio con il latte, ma non lo utilizziamo per le nostre ossa e lo disperdiamo immediatamente.

Inoltre, gli ossalati del latte limitano l'assorbimento del calcio (e del ferro) a livello intestinale.

Meglio sarebbe assumere il calcio attraverso la frutta secca (in modo particolare mandorle e sesamo) che non acidifica il nostro corpo.

Noi dovremmo bere latte della nostra specie (materno) prima dello svezzamento e subito dopo passare ad un'alimentazione a noi più consona, ovvero mangiare verdure, cerali, semi e non il latte.

L’uomo, come ogni altro essere vivente, sul piano biologico è il risultato della trasformazione di ciò che mangia. Le conseguenze negative sulla salute di talune abitudini alimentari sono inevitabili.

Fonti
Franco Berrino, Il cibo dell'uomo
Noboru B. Muramoto, Il medico di se stesso
A. Villarini, G. Allegro, Prevenire i tumori mangiando con gusto
E' vero che il latte fa bene alle ossa?, Prof. F. Berrino
Il latte, Dott.ssa Villarini

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